una sperimentazione nell'ambito del progetto CHIRROS

Comune di Santu Lussurgiu (OR), Università di Sassari - Facoltà di architettura di Alghero - Corso di Laurea in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Ambientale - Blocco didattico 5: Progettare nel contesto sociale.

mercoledì 27 giugno 2007

lunedi 25 giugno: la metafora di su cuncordu


Per la prima serata abbiamo idee ambiziose: in un solo incontro vorremmo presentarci alla gente del posto, raccontare chi siamo e cosa siamo venuti a fare qui, tendere la nostra mano nel cercare collaborazione per farci raccontare le storie degli abitanti del paese, fondamentali per attivare la nostra officina della memoria, e riuscire a fare tutto questo in chiave metaforica…come? Appoggiandoci essenzialmente a due metafore che, nella conoscenza preliminare sviluppata prima di arrivare qui (da parte della prof.!), abbiamo ritenuto importanti da mettere in gioco per avvicinarci ad un linguaggio locale. Innanzitutto si tratta della metafora del canto di su concordu, un canto che molto può insegnarci su come possa essere possibile mettersi d’accordo per cantare in coro, per trovare il modo di proseguire una tradizione nel tempo rinnovandola, per “fare insieme” e produrre melodia ascoltandosi. È proprio ascoltando questo canto che vorremmo imparare e provare a sperimentare un modo di fare pianificazione che sia capace di produrre spazi urbani e collettivi frutto di un accordo condiviso…!

L’altra metafora, nata un po’ per gioco, un po’ alla ricerca di un simbolo capace di propiziare il nostro lavoro qui, è stata avvalorata anche da alcune testimonianze da parte di alcuni interlocutori che avevo incontrato qualche giorno prima di arrivare qui. Si tratta dell’usanza di chi un tempo vendeva vino in paese di mettere un fazzoletto rosso sulla porta di casa (nel campidano si usava invece mettere tre canne), da noi re-interpretata in questo modo: stendere per terra un grosso telo e mettere a disposizione tanti pennelli e colori per dare vita ad un’azione di pittura collettiva. Il telo così colorato sarebbe stato il simbolo della nostra relazione con i lussurgesi e l’avremmo appeso fuori la porta della nostra officina. Non solo! Questo telo sarebbe stato destinato ad accorciarsi nel corso del tempo, perché ciascuna persona con la quale saremo capaci di entrare in relazione riceverà una striscia di questo telo da attaccare sulla porta della propria casa. Quasi un’equazione infallibile: se sabato l’officina sarà rimasta senza insegna vorrà dire che il paese sarà stato colorato dalle nostre strisce di tela, altrimenti…non saremo stati poi così bravi! ;-)

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